Marzo 2019

L’Unione Europea riconosce i matrimoni omosessuali in tutti gli stati: sentenza storica

Con una sentenza storica, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha di fatto riconosciuto i matrimoni tra persone dello stesso sesso ai sensi delle regole sulla libera circolazione delle persone e si applicheranno anche nei Paesi membri dove non esiste il matrimonio omosessuale: “Non è più condivisibile la nozione di “matrimonio” come unione di persone di sesso diverso”, sancisce la Corte, nell’ Unione Europea un coniuge è sempre un coniuge anche se si tratta di una coppia gay.

Questa importante sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 5 giugno 2018 causa C- 673 /2016 sancisce L’importante principio della Libertà di circolazione anche alla famiglia omoaffettiva. continua a leggere

Marzo 2019

Non spetta assegno all’ex moglie “scansafatiche”

Emblematica è la  sentenza  del Tribunale di Treviso che consolida l’orientamento già espresso dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza n. 11504/17, la quale non prevede corresponsione di assegno divorzile al coniuge economicamente autosufficiente.

 

È ormai pacifico che rispetto all’assegno divorzile non può esservi un automatismo legato al mantenimento di uno “status” e di un tenore di vita. Insomma, il matrimonio, nel caso il coniuge sia benestante, non si può considerare una vincita alla lotteria, secondo quanto affermato dal tribunale. Quindi se c’è inerzia da parte di chi richiede l’assegno, il giudice non può riconoscerlo: diventerebbe una rendita parassitaria.

Nella fattispecie esaminata dal tribunale di Treviso, sostengono i giudici, la ex moglie, 35 anni, non ha mai contribuito al patrimonio né cercato un lavoro. Anzi,  vi erano stati diversi rifiuti a cercare un posto di lavoro. E se non ha mai trovato un’occupazione, ciò é solamente colpa della sua “inerzia”. Ebbene, secondo il tribunale di Treviso, se l’ex moglie è una “scansafatiche non ha diritto all’assegno di mantenimento.

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Marzo 2019

Il condomino ha accesso agli atti amministrativi del Comune

Il Comune deve esibire al condomino i progetti dei lavori che saranno eseguiti sulle parti comuni dello stabile condominiale.

Il proprietario-condomino che non condivida quanto pattuito tra l’amministratore e l’appaltatore del Comune, per le opere di messa in pristino, può richiedere l’esibizione dei documenti relativi ai lavori che verranno eseguiti nello stabile ove si trova l’appartamento di cui è proprietario. Tale esibizione dei documenti richiesti al comune dovrà essere effettuata nel termine di 30 giorni, anche in assenza di una specifica modulistica.

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Marzo 2019

Paziente muore per farmaco. Responsabilità in solido tra chirurgo ed anestesista

Nonostante la morte sia stata causata dalla somministrazione del farmaco (effettuata in concreto dall’anestesista), la Cassazione ha condannato entrambi i medici facenti parte dell’equipe.

La Cassazione ha riconosciuto una responsabilità in solido tra i due sanitari: il chirurgo, che ha effettuato l’operazione e l’anestesista, che ha iniettato il farmaco mortale, in quanto è stata riconosciuta da parte della Cassazione una posizione di garanzia in capo al chirurgo che deve concordare preventivamente con il collega anestesista le sostanze da iniettare, rilevando eventuali allergie del malato. continua a leggere

Marzo 2019

Tutela dei lavoratori: responsabilità in solido ed inammissibilità di preventiva escussione

Oggi la tutela dei lavoratori negli appalti e nella cessione dei rami di azienda è maggiore.

Non può essere in nessun caso accolta l’eccezione di preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori poiché il decreto legge n. 25 del 2017, convertito in Legge  n. 49 del 20 aprile 2017,   ha eliminato il “beneficio di preventiva escussione” precedentemente previsto in favore del committente nei confronti dell’appaltatore (o dell’appaltatore nei confronti dell’eventuale subappaltatore).

 

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Marzo 2019

ANATOCISMO ED USURA BANCARIA

Dopo aver parlato di usura bancaria vediamo quando gli interessi alla banca NON sono dovuti perché troppo alti.

La banca spesso applica interessi diversi da quelli indicati nelle scritture contrattuali, adeguandosi agli usi correnti su piazza. Valuta con noi se il tuo caso è tra questi.

Di solito la prassi è quella secondo cui  successivamente la banca invia una lettera, nella quale esprime l’intenzione di revocare la volontà manifestata in qualsiasi precedente scrittura. La circostanza, dunque, che la banca possa aver di fatto applicato interessi ad un tasso diverso da quello pattuito spesso risulta evidente, con la conseguenza che  i tassi d’interesse in concreto applicati dalla banca siano da reputarsi nulli .

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Febbraio 2019

Whatsapp offendere su chat di gruppo è reato

Occorre presentare la massima attenzione alle comunicazioni nelle chat comuni di WhatsApp che sfociano in vere e proprie offese.

Tali insulti rientrano nel grave reato di diffamazione, perché a prenderne visione non sono solamente la persona offesa e l’autore, ma tutti gli altri partecipanti alla chat. continua a leggere

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