A pochi giorni dalle affermazioni del PM di Caltanissetta sulla strage di Capaci, che fanno inevitabilmente molto discutere, una interessante iniziativa promuove la scoperta del valore della legalità nel paese degli ossimori.
Le porte del tribunale di Roma durante la notte del 7 maggio apriranno i battenti per alunni, avvocati, magistrati e personaggi dello spettacolo nella seconda edizione della “Notte bianca della legalità”.
Che cosa vuol dire però, in Italia, educare alla legalità? Vuol dire ricordare alle nuove generazioni quanto è accaduto nel nostro paese, trasmettendo loro valori e riflessioni che muovono da pagine tristi della storia italiana, affinché le mafie ed il malaffare non trovino nei giovani il terreno fertile di cui hanno bisogno. È attraverso l’educazione che si gettano le fondamenta di una società fatta di persone responsabili e consapevoli.
L’italia del 2016 è purtroppo un paese in cui vi sono sotterfugi e disonestà che si innestano a tutti i livelli del tessuto sociale. È un paese nel quale senza dubbio si impone la necessità di una educazione alla legalità. Nel nostro paese le mafie e gli abusi colpiscono il cuore del concetto stesso del vivere comune e lo fanno con violenza ad arbitrio. Nel nostro paese la corruzione sembra ontologica e non suscita l’indignazione che meriterebbe. Il voto di scambio politico-mafioso in alcune aree è la regola. Il lavoro nero è diffuso, lo sfruttamento e le morti sul lavoro da alcuni anni non diminuiscono.
Questi ed altri i temi trattati durante l’evento promosso dal Protocollo d’intesa tra l’Associazione Nazionale Magistrati e l’USR Lazio, che è già alla sua seconda edizione e che avrà luogo presso il tribunale di Roma. I lavori inizieranno alle ore 15.00 con laboratori e tavole rotonde, cui seguiranno interventi, dibattiti e concerti fino alle 24.00, ore durante le quali, il tribunale romano si spoglierà della propria veste istituzionale per diventare luogo di incontro nell’ambito di un dialogo aperto e costruttivo.